IMPOSSIBLE LOVES
“Di ogni cosa bisogna indagare la fine.
A molti il dio ha fatto intravvedere la felicità e poi ne ha capovolto i destini, radicalmente.”
Erodoto
Questo tema pare perdersi nei tempi più remoti, forse ascrivibile a quello più antico e misterioso mito di Orfeo ed Euridice dove Orfeo, oggetto dell’ancestrale desiderio femminile morì poi sbranato dalle donne Trace.
Perché questo desiderio di consumazione di appropriazione dell’altro scatena tutte le passioni umane più recondite?
Nessuno ammetterà spontaneamente di aver voluto conoscere lo sguardo, l’odore della pelle, il tocco della mano di una persona sconosciuta ma amata, quando le parole o gli scritti sono stati inutili cilici a prolungare il momento anelato: l’incontro.
Il desiderio si trasforma in dolore, affligge nel profondo senza trovare sbocco, solo l’anima che percepisce l’amato sembra combattere per l’unione vessata sino all’abbandono dell’ultimo filo di speranza.
Amori impossibili, anime gemelle destinate a non incontrarsi mai con l’unica certezza per cui il destino ineluttabile infliggerà una pena ancora maggiore, stare schiena a schiena vicini senza toccarsi in eterno: il contrappasso dantesco.
Così “Ginevra donna e regina” abbandonerà Lancillotto e struggendosi tornerà al talamo regale dove Artù non riuscirà mai a celare il proprio odio per il tradimento, in “Bach è troppo freddo questa notte” la perfetta geometria della musica barocca che accompagna fantasiosi incontri davanti a camini voluttuosi è insufficiente, nemmeno queste note evocative di poteri sconosciuti riescono ad accendere la passione, la distanza non si colma anzi, loro incorporati come grattacieli in una fredda notte in una metropoli contorta, rimangono impietriti.
Quella flebile fiammella è troppo bassa, il vento notturno tende a spegnerla, un lume affievolito che non può scaldare.
Le altre opere sono ritratte in ambientazioni fantasiose o assurde per enfatizzare desideri di unioni proibite ed irrealizzabili, sfondi di gelidi aurore boreali mai spuntate che giungono ineluttabilmente al loro tramonto, un “Bodybuilder” sardonico concentrato sul proprio ego che mai la degnerà di uno sguardo sincero, cuori disfatti, o corpi con serrature come gabbie, alberi della vita, stanchi di fare il paravento ad onirici baci.