THE HUMAN RACE

QUANDO L’UMANITA’ ERA GOVERNATA DAGLI DEI, ADAMO ED IL PECCATO ORIGINALE

In tempi lontani in cui il creato prendeva forma ad un certo punto il mondo animale completò il suo percorso e comparve l’uomo, a prescindere da ogni teoria sulla creazione ciò avvenne.

Pare tesi condivisa in molte religioni ed in molti credo che l’esistenza della perfezione assoluta dell’equilibrio fra mondo animale e vegetale fosse sintetizzato nel paradiso terrestre.

Ho affrontato la storia di Adamo ed Eva in “Adamo mi sei entrato nelle vene” in cui la natura sovrana si è impossessata dei corpi umani o forse questa è la vera storia del tradimento, della punizione divina: la violazione della natura ad opera della coppia più famosa del mondo.

Così ipotizzo che il sangue di Adamo altro non è che la linfa degli alberi e le chiome ricciole di Adamo altro non sono che frutti abbondanti, invitanti.

Nessun serpente bensì un uccello che a sua volta reca un pomo alla coppia a significare l’importanza dell’aria pulita e delle creature che la abitano, dell’integrità della natura intesa nel suo complesso e delle differenti espressioni di elementi primari, aria, acqua e terra integrati perfettamente con il mondo animale e vegetale.

Affrontai i temi ecologici sin dalla fine degli anni 70 agli albori delle rughe che stavano segnando la terra ad opera di aratri troppo incisivi, di petrolio e di gas, del consumismo, dall’uso eccessivo della plastica il tutto governato dalla “sapiente e cosciente mano dell’uomo” per esercitare il suo potere smodato non solo sulla natura e sugli altri uomini ma per il mero esercizio di arricchimento di pochi per conseguire infine il peggio per tutti.

Nacque dalle mie mani, negli anni dell’austerity una scultura, il “Re delle tre P” Power, Politic and Pollution, dopo 40 anni di scellerata intesa di tale nomenclatura la tremenda collaborazione fra avidità e progresso ha dato non vita, bensì morte al pianeta terra.

Adamo ed Eva disobbedirono all’obbligazione naturale di conservazione del creato, di mantenere il paradiso terrestre così come a loro era stato consegnato da Dio, ad oggi fondamento del diritto ambientale di riconsegnare ai nostri discendenti un ambiente migliore.

La razza umana superato il trauma provocato da Adamo ed Eva, non importa come viveva semplicemente dei frutti del creato, della terra, della pastorizia e con quel minimo di risorse che le facoltà conoscitive gli avevano concesso di ottenere, i primi utensili, i primi cicli di coltivazione, la pastorizia, l’allevamento di animali, il tutto in forma molto basica per la mera nutrizione e sopravvivenza tranne che per l’osservazione dei fenomeni metereologici che a volte venivano considerati emanazioni sovraumane, nessuna scienza, espressione cifrata o forma di scambio verbale o monetario, oggi potremmo definire i primi uomini privi di “know how”.

Prima dell’età del ferro, in varie zone del mondo popolazioni e civiltà inspiegabilmente avanzate ristabilirono un legame con il progresso e con il divino, da popoli dediti all’agricoltura all’improvviso sorsero templi giganti svettanti verso i pianeti e le costellazioni, un’evoluzione improvvisa di conoscenza e di sapere evoluti dall’Egitto, a Creta, alla Persia all’India alla Cina sino alle civiltà delle Americhe abitate da popolazioni di origini mongola il cui transito attorno al 50.000 a.c. fu favorito dalle terre emerse all’epoca come lo stretto di Bering.

Cultura progresso e ricchezza erano i connotati comuni malgrado latitudini differenti.

Varie teorie sono state formulate: dagli extraterrestri agli angeli agli atlantidei che giunsero a fecondare di sapere, arte e bellezza, uomini che sino ad allora non avevano lasciato alcun segno, inteso in senso storico comprovato ovvero da monumenti e documenti.

L’avventura antropologica si condisce e si arricchisce di una quarta razza oltre alle tre tipologie dei figli di Noè, Sem Cam e Jaf si aggiunge una quarta razza le cui origini sono sconosciute benchè vi siano prove evidenti di tale approdo.

Secondo la storiografia biblica, i Camiti, ortografati anche come Chamiti o Kamiti, chiamati anche Hamiti, sono l’insieme delle popolazioni che discendono da Cam, il figlio di Noè.

Esse popolano l’Africa e ne fanno parte i Berberi, gli Etiopi, gli Egizi, i Cananei e tutte le popolazioni nere.

Dagli altri figli di Noè sarebbero discesi altri importanti gruppi umani: i Semiti da Sem e gli Europei da Jafet.

Secondo la storiografia biblica tutti i popoli della terra discendono da Noè e dai suoi figli, gli unici sopravvissuti al diluvio universale.

Mentre da Sem discesero i Semiti e da Jafet gli Europei (o Jafesiti o Giapetiti), da Cam discesero gli uomini dalla pelle scura, i Camiti, che popolarono l’Africa.

La scultura è volutamente grezza per i tre lati che sommariamente evidenziano i tratti somatici delle tre razze una per ogni lato mentre il quarto è costituito un bassorilievo di naso ed occhi con un inserto di uno specchio circolare a significare la diversità, il gruppo eletto, iniziato alla conoscenza più esclusiva.

L’uomo crea distinguo inutili e fraziona confini sulla terra già distribuiti sapientemente fra mari, catene montuose ed avvallamenti, i tratti somatici ed il colore della pelle sono appena accennati nei tre lati della scultura, volutamente somiglianti e comunicano silenziosamente appoggiati su un enorme candelabro toscano del ‘600.

Il giallo zolfo avvolge i bordi della bocca del vulcano da cui sporge l’uovo di struzzo che racchiude il seme comune, il gran segreto delle origini dell’uomo, l’uovo cosmico degli Egizi, il seme della conoscenza degli eletti.

Ogni tanto la guardo, i volti si muovono e dialogano fra loro con idiomi sconosciuti, raccontano di migrazioni antiche, di ombre improbabili di montagne al tramonto come tanti nasi di giganti che si susseguono per migliaia di chilometri, zattere di bamboo che attraversano oceani e di venti caldi che trasportano le prime parole, forse solo suoni gutturali ma autentici, come l’arte primitiva e così tutto si ricongiunge con le anime degli artisti, a Parigi nel primo novecento.