HO ANCORA LE ALI

HO ANCORA LE ALI

Ho ancora le ali” nasce nel 2019, viene realizzato, archiviato e recuperato poi incorniciato e da quel momento l’ho guardato come se fossimo due estranei, mi ha accesa, incuriosita, sollecitata al punto da cercare io stessa le motivazioni di questo mezzo volto con questi bottoni sulla testa, spaccato ma unito alla sezione di destra dove un cono vuoto, forse una gamba, rimane sospeso…

Mani sotto un occhio vigile, trasognato e triste, arti vuoti e staccati, bottoni di una giarrettiera o di un computer sulla testa.

Questo è il nostro vivere attuale dove la parte ‘automa’ si colloca in parti corporee scomponendole, i significati per chi volesse trovarli sono molteplici e l’afflato si esprime nel titolo che svela un’istanza ancora presente: il desiderio di volare, le ali, la tensione al divino.

La nostra vita meccanica, fatta di motori dove rimane un flebile eco di Marinetti, dove tutto trasla tramite impulsi elettrici, da mezzi elettronici, da orari e condizionamenti che in parte si rivelano inutili a volte assurdi come il consumismo sfrenato tutto ciò che ci consuma mentre accumuliamo cose inutili, oggetti e comportamenti convenzionali dall’altra, con l’età diventiamo auto d’epoca senza poter andare dal carrozzaio dal meccanico, usiamo maquillage ed abbigliamento per celare le rughe ed i segni del tempo.

Ne consegue “non ho le ali” perché l’uomo rimane così, ancorato a regole e bisogni senza via d’uscita e solo lo sguardo ironico e distaccato dell’artista può rigenerare tessuti cellulari destinati all’estinzione, perché l’ironia è fondamentale.

O forse non le ho più, perché nella dicotomia cartesiana fra mente e corpo, l’ uno a sinistra e l’altro a destra si svolge la nostra esistenza che, contrariamente ai Mayagods è femminile, propriamente donna, imbellettata ed acconciata come le dee greche, con un accenno di chiome curatissime ed ordinate sovrastate da fasce che contengono gioielli, bottoni e tasti del personal computer, ovvero la vita lavorativa ed il controllo della materia, quindi tutto ciò che ci aiuta sviluppare la nostra funzione sociale.

Ecco l’occhio vigile intelligente che richiama l’iconografia egizia, uno sguardo mobile incorniciato da un’arcata viola e blu che si estende al naso, un arcobaleno che è destinato a svanire per la sua fragilità dove interviene la mano destra che veicola come una cavo del pc, il video all’hardware.

Il condizionamento, l’esteriorità e la nostra parte cerebrale si stemperano e sfumano verso il basso fino a diventare un velo tenue e due sottili labbra rosate rilasciano suoni impercettibili che rimangono imprigionati nel palato, perché la società, le regole i condizionamenti, le ingiustizie sono vincoli a volte drammatici e duri da sopportare ed il silenzio fa paura.

Tutto ciò avviene nella parte sinistra dell’osservatore, dove la testa con la tastiera si assottiglia nella gamba alata che, ripiegata al ginocchio poi esce in un’altra dimensione, qui lo sguardo esce dal foglio perché cerca i portali di energia dove si entra come entità spirituali ma le leggi della fisica impongono un contenitore, un cornice mentre sono le ali a consentire questo “trapasso”.

Nella parte destra guardando di fronte il quadro, si sviluppa il tema della nostra essenza corporea destinata inesorabilmente a sgretolarsi, la malattia, gli interventi chirurgici, le mutilazioni, la morte.

La coscia è svuotata, sfibrata, ha perso la dimensione umana.

La mano sinistra interviene più ampia per coprire gli influssi del tempo sulla pelle, il pollice frena le parole con un evidente richiamo alla simbologia ermetica e la punta del pollice sfiora il naso con un chiaro intento di fornire una chiave di lettura che incentra, con ironia il ricongiungimento di corpo e mente.

Le ali si perdono quando siamo incapaci di credere nelle dimensioni celesti che accoglieranno le nostre particelle nel cosmo quando si staccherà la spina dal personal computer, mentre la frattura in cima al quadro ci da’ la speranza che le ali sopravvivano come corpi eterei, come anima esaltata da un’attrazione pura e vera all’essenza divina.

Il percorso della vita ha senso nell’esaltazione della spiritualità e nell’etica che consente all’uomo di governare gli impulsi corporei e le deviazioni dettate dal ‘super io’ per arrivare alla perfezione.

Io sono nulla e nel mio nulla tutto funziona alla perfezione.

QUANDO LA PASSIONE SVANISCE

“Potranno tagliare tutti i fiori ma non fermeranno mai la primavera.”
Pablo Neruda

Questa serie nasce come derivazione di “ho ancora le ali“ con un quadro del 2019 cui seguono, nel 2020 un dipinto su legno ed una scultura.

Il tema della dimensione femminile viene qui aggregata a quella maschile ed assume una dimensione intima, riflessiva sullo stato psichico di una sorta di abbandono della bellezza, dell’avvenenza e conseguentemente del desiderio non solo inteso come pulsione fisica ma come assunzione di un diverso equilibrio della dimensione corporea rispetto a quella affettiva che include il rapporto di coppia.

Giunti alla maturità molte percezioni vengono interiorizzate tramite la consapevolezza che il corpo muta e prescinde dalla vivacità ed intensità delle istanze erotiche che risultano enfatizzate, affievolite e sfaldate in colori tenui negli sguardi più vacui la passione si smarrisce nella memoria, piccole figure si moltiplicano all’infinito cercando invano di ritrovare quel momento in cui il fuoco si accende ed il corpo si abbandona al piacere.

Come nelle favole il principe col cappello piumato nel primo dipinto è vivo solo nei contorni, senza colori e gli sguardi della coppia sono distratti, distaccati malgrado la vicinanza in un’unione che sta mutando ed in cui il tempo trascorso, l’età ed il vivere quotidiano hanno impallidito la pelle, gli specchi sfuggono le immagini del volto imperfetto, la pelle segnata è il memento del decadimento, della vecchiaia, della caducità della carne.

Ad un certo punto la passione svanisce e l’amore rimane perplesso attonito cercando nelle fibre del tronco qualche goccia di quella linfa vitale di quell’ardore che è diventato solo un ricordo.