SERIE CARTONI KODAK

Le soluzioni immaginarie sono il vivere e il cessare di vivere. L’esistenza è altrove.
André Breton

Questa serie è scaturita per caso, mentre visitavo la storica tipografia Bandecchi e Vivaldi di Pontedera, nota per aver prodotto cataloghi per artisti famosi e che si avvicina al 50° compleanno.

Appoggiati ad un muro davanti al corridoio stavano in piedi alcuni cartoni a busta della Kodak, contenitori di lastre per stampa già utilizzate, che giacevano sommessi in attesa del loro destino, al macero, ho chiesto al titolare Marco Macelloni di prenderne alcuni e lui accordò di prenderne a mio piacimento.

In quel momento già pregustavo sensazioni eccitanti: affrontare un’altra sfida.

Ho ricevuto nel tempo, varie considerazioni sulle dimensioni dei miei quadri, da taluni considerati troppo piccoli, il “troppo” così come il “poco” appartengono ad un vocabolario che spesso utilizzo ironicamente nei titoli dei miei quadri, ripensando alle critiche ho pensato di accettare anche queste arbitrarie provocazioni e di eseguire dipinti più estesi usando i cartoni come supporto per nuove creazioni, questa volta di mt.1,20 x 1,10.

Senza freni, tornata a casa ed immediatamente a dipingere incuriosita anche dalle reazioni del materiale e dalle finestre che si aprono lateralmente nelle fodere interne di carta argentata, un quadro come una sorta di libro, da aprire, da scoprire e volendo anche da richiudere.

I simpatici cartoni sono leggeri e si appoggiano per terra e sui mobili senza cornici od attaccaglie e sono veramente divertenti.

Da dicembre 2021 ad oggi sono nati 9 dipinti che ironicamente ho denominato “i Magnifici Nove” nei quali ho trattato vecchi e nuovi soggetti, idee che mi giravano per la testa e nuovi esperimenti con collage di scaglie di creta bianca e pezzi ritagliati di una confezione di panettone siciliano che ho chiamato “PISTACCHIO”.

La mia sensibilità per l’ecologia e l’utilizzo di materiale da recupero o riciclato ha sempre fatto parte delle mie riflessioni e del mio pensiero artistico sin dalla mia adolescenza, negli anni ’70 ai tempi dell’”austerity”, molto prima di Greta Tumberg.

I materiali, gli oggetti invece che entrare in un processo di distruzione improvvisamente rivivono e prendono colore o forme integrati in una nuova vita grazie alle mie fantasie, ora sono fotografati ed entrano nel web invece della distruzione in una pressa od in un macero, devo confessare che per me rappresentano una parte giocosa, li trovo allegri ed espressivi ed emanano una gran vivacità.

Sto meditando altre creazioni con confezioni di bottiglie di vino scatole di legno e cartoni recuperati da produttori della zona, così l’ispirazione ed il supporto rimarranno espressione di una fusione fra l’economia toscana ed il mio apporto artistico, forse una nuova forma pubblicitaria integrata e, chissà cosa emergerà di nuovo?

Questo è il potere dell’arte ed il mondo di Letizia, alla prossima puntata.